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Differenze tra Movimento al Quarzo e Automatico
Cosa cambia tra quarzo e automatico
Gli orologi rappresentano da sempre un connubio tra estetica e tecnologia, e il cuore del loro funzionamento risiede nel meccanismo interno che ne regola il tempo.
Le due tipologie più diffuse sono il movimento al quarzo e quello automatico, ognuno con peculiarità e vantaggi specifici: soluzioni meccaniche ed elettroniche, nate in epoche differenti, che, interpretando il tempo in modi diversi, hanno segnato l’evoluzione degli orologi da polso.
Comprendere la differenza tra i due sistemi significa conoscere i principi che li regolano, la precisione che garantiscono, le esigenze di manutenzione e il modo in cui incidono sull’esperienza quotidiana.
Quarzo e automatico: caratteristiche a confronto
Per capire in che cosa si distinguono il movimento al quarzo e quello automatico è utile analizzare i fattori tecnici che ne determinano il funzionamento e le prestazioni. I principali aspetti da considerare sono:
· Principio di funzionamento. Il funzionamento degli orologi al quarzo si basa sull’utilizzo di una batteria che alimenta un cristallo vibrante collegato a un circuito elettronico. Il movimento a carica automatica, invece, è un meccanismo puramente meccanico che accumula energia attraverso un rotore collegato a una molla.
· Precisione. Il quarzo garantisce scarti di pochi secondi al mese, risultando estremamente stabile. Un orologio automatico presenta invece variazioni di alcuni secondi al giorno, influenzate da posizione e temperatura.
· Indicazione dei secondi. Nei modelli elettronici la lancetta avanza a scatti regolari, mentre negli automatici il movimento è fluido, segno distintivo della meccanica tradizionale.
· Funzionalità e architettura. Gli orologi al quarzo si prestano a funzioni digitali e ibride. Gli automatici, invece, offrono cronografi, calendari perpetui e riserva di carica, valorizzando l’ingegneria orologiera.
· Manutenzione. Il quarzo richiede principalmente la sostituzione della batteria ogni 2–3 anni. L’automatico necessita di revisioni periodiche (3–5 anni) per lubrificazione e controllo dei componenti.
· Riserva di carica. Il quarzo resta attivo fino all’esaurimento della batteria. L’orologio automatico offre invece una riserva di carica compresa tra 38 e 70 ore e si ferma se non indossato.
· Robustezza. Il quarzo è più resistente alle variazioni termiche e agli urti leggeri, risultando adatto a un uso sportivo. L’automatico richiede maggiori attenzioni, pur beneficiando di tecnologie antimagnetiche moderne.
Capire come funzionano questi i due meccanismi significa andare oltre la tecnica, fino a cogliere modi diversi di concepire l’orologio. La scelta finale riflette il rapporto personale con il tempo e con l’oggetto che lo rappresenta.
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